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La presentazione di Carlo Lucarelli
La decima edizione di Blu Notte - Misteri Italiani
Dopo tanti anni passati a raccontare quegli episodi della metà oscura della storia recente del nostro paese che chiamiamo “misteri italiani”, ci siamo accorti che stavamo disegnando un grande mosaico.
La nascita e lo sviluppo delle grandi famiglie della criminalità organizzata (la ‘ndragheta, cosa nostra, la camorra), le varie fasi del terrorismo e della violenza politica, gli intrecci tra malapolitica e finanza criminale, i singoli delitti eccellenti: tutte tessere di un grande disegno che senza avere necessariamente una logica comune (un grande vecchio) e senza forzature dietrologiche contribuiscono a raccontare quello che eravamo e quello che siamo ancora.
Quest’anno ci siamo dedicati ad alcune delle tessere che ancora mancano a quel grande mosaico, come la storia della P2 o quella della mafia dei casalesi, o le voci interne a Cosa Nostra espresse dai collaboratori di giustizia (la mafia che parla).
A queste abbiamo aggiunto altri episodi che anche se sembravano fuori dai due filoni principali delle nostre storia (mafia, terrorismo, politica criminale) con quelli avevano tantissimo a che fare, come le cosiddette “navi a perdere”, il traffico di rifiuti tossici e radioattivi sia a livello nazionale che internazionale, la morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
Personalmente da questo studio ho capito due cose.
La prima: anche se non esiste un grande vecchio o un grande complotto esiste comunque nella nostra storia e nella nostra società un “humus criminale”, “ambientale” addirittura, che fa in modo che tanti elementi ricorrano in un insieme di interessi comuni: imprenditori senza scrupoli, istituzioni infedeli, criminalità organizzata, politici corrotti. Un “sistema Italia” –la sua metà oscura, naturalmente- che da tempo si sostiene, si alimenta, si copre e si potegge “istintivamente”. E si rinnova.
La seconda: abbiamo ancora tante, ma tante altre tessere da raccontare per completare il mosaico.